lunedì 27 settembre 2010

Il piombo pasturatore

Pasturare è un'arte antica che si perde nella notte dei tempi. La pasturazione è una tecnica per attirare i pesci in prossimità dei nostri calamenti. Le discipline che si avvalgono dell apasturazione sono molteplici: la bolognese e l'inglese con i bigattini ed il pellets, il bolentino con sarda e pellets, il carpfishing con boiles e mais. In un certo senso anche a surfcasting e a pesca a fondo quando inneschiamo la sarda intera operiamo una pseudopasturazione in quanto usiamo gli olii delle carni della sarda per creare una scia odorosa che attiri il predatore. Esiste però un tipo di piombo che può aiutarci in questo. Si chiama piombo pasturatore e viene prodotto in numerose varianti. Quella che vedete in foto è una delle migliori. Consta di un piombo al quale si aggiunge una gabbietta di plastica forate. All'interno di questa possiamo inserire sarda a pezzi, sfarinati, pesci triturati, pezzi di cozze. Una voltalanciato tutte queste sostanza attiranti si troveranno in prossimità del nostro calamento attirandovi quindi pesci. Quando questi raggiungono il piombo non possono mangiare direttamente da li ma trovano subito le nostre esche, attaccandole e rimanendo allamati. Dal punto di vista tecnico se bene utilizzato questo piombo da risultati migliori rispetto alla pasturazione "a caduta" in quanto non pasturiamo una colona d'acqua ma solo in prossimità dell'esca. Ricordate di non usare finali troppo lunghi e di calcolare anche il peso della pastura. Inoltre questi piombi sono poco aerodinamici, volano male, risentono del vento e rotolano sul fondo, quindi usateli solo a mare calmissimo.

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giovedì 23 settembre 2010

Ricciole a Scario

Ecco una bellissima coppia di ricciole pescate a traina col vivo rispettivamente del peso di 21 e 17 kg. La cattura è stata realizzata in località Scario, golfo di Policastro, estremo sud della Campania. Le canne sono colmic prolite, mulinelli omoto poseidon,trecciato vastar,terminale seguar. Per la cattura gli ami erano dei colmic usati per innescare dei sugarelli. I complimenti per questa cattura vanno ai pescatori Luca e Antonio.

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domenica 19 settembre 2010

Big Orata a Santa Maria del Fogallo

Ancora grandi sodisfazioni dalla sicilia con un'orata da 1700 g pescata nella spiaggia di Santa Maria del Fogallo, sud della sicilia. Il nostro valente pescatore e surfcastman Salvatore Schifitti ha utilizzato long arm e innesco di cannolicchio, terminale da 1,20 m fluorcarbon dello 0,23 vanish, amo beck del 3. La canna era una miura italcanna. A detta sua la cattura di un'orata di circa due chili è un'emozione che non si può spiegare.


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venerdì 17 settembre 2010

Carpa con la camola

Andando a pesca trota lago capita anche questo, questo splendido esemplare di carpa si è fiondata sulla camola da vero predatore, da notare la perfezione e la bellezza della livrea, d'altronde il lago e per fortuna alimentato da un corso d'acqua cristallino. Giuseppe D.L.

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martedì 14 settembre 2010

Prede: la leccia amia

Siete pescatori incalliti e volete sognare? Ho io la ricetta. Mettetevi comodi, chiudete gli occhi e rilassatevi pensando ad un pesce pelagico lungo oltre il metro e mezzo dal peso di 50 kg. Immaginate di avere tra le mani la vostra canna e di sentire il colpo di coda del predatore che con grande flemma si allontana portandosi a spasso il vostro calamento. Sentite il ronzio delle frizione del mulinello che lento ed inesorabile si svuota e ragionate sul mitico dilemma: stringere la frizione e rischiare di spezzare il filo o non stringere la frizione e far finire il filo in bobbina? Sapete tutti di chi stiamo parlando: La Leccia Amia. Questo pesce è un grande predatore, imponente nelle dimensioni e vorace. Si ciba dei "piccoli" pesci che popolano il sottocosta in questo periodo (cefali, aguglie e leccie stella). Alla ricerca di questi si riversa sotto riva manifestando uno sprezzante senso del pericolo. Spesso capita di incrociare il suo sguardo furioso alla ricerca delle prede e spesso dai pontili dei porti vediamo la mitica pinna dorsale, quasi ad imitare il re dei pelagici: Lo Squalo. Il corpo della leccia amia si presenta schicciato, colore grigio chiaro, squame piccole e chiare e bocca costellata da piccoli denti che coprono anche la lingua. Bocca capiente. Muscolatura potente e bilanciata che consente a questo pinnuto di non sprecare tutte le energie nelle prime fasi del combattimento ma di dosarle nel tempo. La sua potenza ricorda la ricciola, e solo a questa è inferiore. Chi ha avuto in canna questo pesce non lo scorda mai, e di certo per tutta la vita cercherà di nuovo queste emozioni. Si sono registrati combattimenti a bolentino di due ore, culminati con la cattura di una preda di "soli" 28 kg, immaginate quella di 50. I metodi di pesca utili per catturare questo valoroso combattente vanno dalla traina costiera con cefalo vivo di taglia allo spinning e la pesca a fondo, ma di tutte queste tecniche parleremo diffusamente in uno dei prossimi articoli. Godetevi il video a seguire che mostra la comparsa impetuosa di una leccia amia nel campo visivo del sub, il suo colpo repentino e la potenza del pesce che nonostante sia gravemente ferito tenta la fuga. Il secondo video mostra una leccia di 12 presa a spinning.



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sabato 11 settembre 2010

Segnalatore di abboccata

Quando peschiamo dalla spiaggia o dal molo siamo costretti a guardare le cime delle canne per renderci conto delle abboccate e delle mangiate a vuoto che abbiamo. Per utilizzare questi segnalatori vanno messe le canne inclinate e poi creare un'ansa di filo all'altezza del primo (o secondo) anello dal mulinello. A quest'ansa occorre agganciare il nostro segnalatore di abboccata. Al momento dell'abboccata vedrete il segnalatore volare via in alto e poi sganciarsi (se mangia e va verso il largo) o vedrete il segnalatore adagiarsi al suolo (se mangia e tende a venire a riva). Il segnalatore che si acquista in negozio è composto da un sistema di aggancio - sgancio regolabile con vite micrometrica, allogiamento per lo strarlight, peso (in genere sono disponibili tre pesi) e poi un occhiello al quale agganciare un filo per legarlo al picchetto o al tripode. Il costo di questo dispositivo è di 3\5 euro ma considerando la funzionalità e la durata è sicuro una buona spesa. Se poi siete amanti del faidate potete acquistare dei piombi ballerina del peso desiderato e mettere all'occhiello superiore un moschettone. Apponete il moschettone all'ansa di filo ma abbiate l'accortenza di non chiuderlo, prima di ferrare rimuovete il segnalatore e poi procedete. Questo segnalatore è prettamente visivo ma volendo potete renderlo acustico abbinandoci un campanello da pesa. Abbiate solo l'accortezza di utilizzare questi segnalatori solo a mare calmo e in assenza di vento in quanto queste condizioni variano la tensione al filo e posso far scattare e/o muovere il segnalatore.

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mercoledì 8 settembre 2010

La cassetta da pesca

Oggi ci occupiamo di uno dei capisaldi del pescatore sportivo: la cassetta da pesca. Tutta l'attrezzatura che portiamo con noi è importante a pesca ma oltre ad avere un oggetto con noi è necessario sapere dov'è riposto e poterlo prendere con grande velocità. Spesso trovare il terminale adatto o il piombo giusto può fare la differenza tra una pescata normale o il colpo della stagione. Le cassette disponibili sul mercato sono moltisime, ognuna delle quali ha grandi pregi e difetti. Uno dei requisiti irrinunciabili è la totale assenza di pezzi metallici. Infatti in presenza di umido e salsedine si ossiderebbero in poco tempo rendendo la cassetta inutilizzabile. Il mercato propone prodotti a partire dai 5 euro (alcune grandi catene di articoli sportivi) ma ricordate che la qualità e la cura dei dettagli si paga e che questi prodotti in genere valgono il rerzzo che paghiamo. Il modello a cassone poi risulta utile perchè non ha divisioni interne, per cui potete caricarlo epr tutto lo spazio ma poi quando avete bisogno di un oggetto potreste non trovarlo se non avete predisposto scatole interne, buste ed similia. Uno dei migliori compromessi per la pesca è sicuramente una cassetta ibrida, ovvero con gli ingombri di un cassone ma con cassetti e spazi da organizzare a piacere. Nello specifico nella cassetta in foto potete vedere uno dei modelli più famosi di una nota ditta americana. Presenta la parte sotto il coperchio totalmente libera (a parte una piccola paratia alta 10 cm a 2/3 della larghezza) ed organizzabile con separatori mobili. Nella parte a sinistra trovano parte due mulinelli 10000, stracci, pezze, forbici, minuteria. Nella parte destra 8 rolllini di lenza, filo elastico, medicine, 2 bobbine di riserva, 4 portafinali. Al di sotto troviamo quattro cassetti. Il primo è destinato ad ami e minuteria. Il secondo ed il terzo portano piccoli accessori per la pesca, coltelli, apribottiglie, multiusoso. L'ultimo è ottimo per riporre i piombi separati per grammatura ed utilizzo.

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lunedì 6 settembre 2010

Ricette: Paccheri allo Scorfano


Ingredienti per 4 persone:
- 400 gr di pasta del tipo paccheri o calamarata
- 1 scorfano di 800 gr circa;
- 400 gr di pomodorini;
- 1 spicchio di aglio;
- peperoncino
- prezzemolo;
- olio extravergine;
- mezzo bicchiere di vino bianco secco;
- sale
Lavare lo scorfano, pulirlo eliminando testa, squame e lisca. Ricavarne dei filetti stando ben attenti a rimuovere le spine. Nel frattempo, in una padella preparate il brodo di pesce mettendo a cuocere per alcuni minuti le lische, la testa e tutti gli scarti dello scorfano. Filtrate il brodetto con un panno e raccoglitelo in una ciotolina. In una padella pulita fate soffriggere l'aglio e il peperoncino nell'olio, aggiungete quindi i filetti di scorfano che farete dorare un paio di minuti quindi versate il brodetto ottenuto con gli scarti. Bagnate con il vino e fate evaporare a fuoco vivace. Aggiungete quindi i pomodorini a pezzetti ed il prezzemolo tritato e proseguite la cottura per 10-15 minuti regolando di sale. Nel frattempo cuocete la pasta in abbondante acqua salata, scolatela al dente e saltatela nella padella con il sugo di scorfano. Impiattate e servite cospargendo con prezzemolo tritato. Buon appetito! Buon appetito! In collaborazione con Ricette primi piatti.

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giovedì 2 settembre 2010

Trota fario in torrente

La trota fario è una trota indigena europea da sempre ricercata nei corsi d'acqua. Possiamo dire che la trota per eccellenza, e come tale va rispetatta nel caso di catture sottomisura. L'estate regala sempre esemplari eccezzionali, a patto che si riesca ad interpretare il corso d'acqua nel quale ci apprestiamo a pescare. L'esemplare che vedeta in foto è stato catturato in un torrente appenninico, tecnica spinning, esca rapala countdown.  Non ricordo di preciso l'ora ma indicativamente era prima del tramonto. La canna era la mia ormai mitica trabucco, 10 anni di onorata carriera centinaia di cattura in acqua dolce ed in mare. Ricordate che questi magnifici pesci autoctoni europei e i loro abitat sono in diminuzione per cui ogni pescatore che si rispetti è tenuto a preservare i torrenti che frequenta e a praticae tassativamente il catch and release, coscienti del numero ridotto di fario rimaste in natura. Saluti Giuseppe DL.

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